“I RAGAZZI e la SCUOLA – LA SCUOLA ITALIANA” di SABRINA GRANOTTI

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Una scuola, quella italiana, sempre più in bianco e nero. Oggi voglio raccontarvi una storia vera. Sta accadendo adesso, in questi giorni. Anzi, si sta protraendo. Solo il nome del protagonista è di fantasia.

Luca ha 11 anni e un tumore al cervello, che lo rende disabile in modo grave; non è in grado di articolare il linguaggio in modo adeguato, parla come un bimbo molto piccolo, si stenta a comprenderlo. Il deficit cognitivo è purtroppo molto rilevante. Tuttavia all’anagrafe ha 11 anni, quindi deve frequentare la prima media. Va benissimo, tutti siamo favorevoli all’inclusione; peccato però che ad oggi, novembre iniziato, Luca non abbia ancora un insegnante di sostegno. Gli insegnanti curriculari fanno del loro meglio per assisterlo, ma hanno da badare a una classe intera; per Luca occorrono attività commisurate alle sue possibilità di apprendimento, gestite da un apposito professionista che possa occuparsi esclusivamente di lui. Questo non avviene. Ecco come la parola “inclusione” diventa un’ipocrita presa in giro che riempie la bocca dei soliti maledetti burocrati. Luca si sente solo, piange perchè rivorrebbe la sua maestra di sostegno delle elementari, che naturalmente insegna nella sua ex scuola; un’altra non gliel’hanno ancora concessa, sebbene ne avrebbe tutti i diritti. Ma i suoi diritti vengono ignorati e calpestati; il ragazzino passa sei ore al giorno a fare nulla, ad annoiarsi, a manifestare a tratti il proprio disagio, talvolta è irrequieto, altrimenti fissa il muro, non potendo partecipare attivamente alle lezioni, per lui troppo complicate.
Appellarsi al Dirigente non sortisce alcun effetto: “Qualcuno prima o poi manderanno”, risponde a una professoressa che espone il problema, sinceramente preoccupata per il suo alunno. Sarebbe come dire: “Non rompa le scatole a me, che devo fare bella figura elaborando un bel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, ricco di progetti che mi fanno fare bella figura e gettano fumo negli occhi ai genitori. Ci mancherebbe che dovessi occuparmi anche dei problemi reali!”
Il Provveditorato agli Studi assume esclusivamente dal girone dantesco degli Ignavi, sapete, quelli che non li vuole nemmeno Satana per quanto sono indolenti. Preferisce destinarli a quegli uffici.
E Luca? Per adesso sta ancora fissando il muro, con il magone e la nostalgia della sua vecchia maestra. Ora, con l’avvento della Buona Scuola, una maestra non ce l’ha più.

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