Una prelibatezza, questi meravigliosi “frutti di bosco”, conosciuti ed apprezzati fin dall’antichità. Le prime testimonianze sulla raccolta e il consumo dei funghi risalgono alla Preistoria, quando, però, il loro impiego non era solo alimentare. Per via delle proprietà curative, ma anche per quelle allucinogene, i funghi venivano utilizzati soprattutto come medicamento e come strumento nei rituali magici.
La prima testimonianza documentata del suo consumo alimentare, in realtà, risale al 2000 a.C. ed alla civiltà mesopotamica, i cui Sovrani, pare, ne fossero assai golosi, ma erano apprezzati anche in Cina, dove erano erano chiamati “Cibo degli Dei” ed in Egitto, dove avevano un posto d’onore sulle tavole. Così anche sulla tavola dei Greci prima e dei Romani poi, presso cui questo frutto meraviglioso, era diventato “simbolo di vita”. Pausania, scrittore greco, racconta, infatti che l’eroe Perseo, dopo essersi dissetato con l’acqua raccolta nel cappello di un fungo, decise di fondare la potente città di Micene. A classifiicarli e descriverne per primo le caratterisiche, pare sia stato Teofrasto, un discepolo di Aristotele.
I Romani apprezzavano così tanto questo frutto, da dargli il nome di “Amanita caesarea”, un cibo, dunque, degno di un Cesare. Avevano perfino dei “raccoglitori” espertissimi e fidatissimi; di sicuro, i primi raccoglitori devono aver fatto delle spiacevoli esperienze prima di stabilire quali fossero i funghi “buoni” e quali, quelli “cattivi”. Apprezzato dai buongustai, ed esaltato da poeti e scrittori, come Giovenale, Plutarco, Apicio o Plinio il Vecchio, nella sua opera “Naturalis Historia”, questa meraviglia della natura cominciò a coprirsi di miti e leggende.
Fu proprio in questa epoca, infatti, che i funghi, da simbolo di vita, presero pian piano a diventare simbolo di morte, complici anche tutte le nefaste esperienze di avvelenamento con tutte quelle specie velenose. Famoso, il piatto servito da Agrippina al marito, l’imperatore Claudio, a base di funghi. Funghi velenosi naturalmente .
Risalgono proprio all’epoca, e si sono tramandate fino ad oggi, fantastiche e improbabili interpretazioni sulla loro origine, a causa delle loro proprietà e soprattutto della loro tossicità: origine diabolica, si diceva, oppure divina.
Per una classificazione più scientifica bisogna aspettare il XVI secolo e per sfatare l’alone negativo di miti e leggende creatosi intorno a questo meraviglioso e gustosissimo frutto della natura, dovranno passare altri secoli ancora.
Nel Medio Evo, nonostante il grande utilizzo della cacciagione. i funghi erano largamente consumati sulle tavole dei nobili, ma, grazie anche alle conoscenze acquisite ed alle ricette preparate nei conventi, il suo uso divenne sempre più popolare. Così popolare e così comune come peccato di gola e prodotto afrodisiaco, da indurre il Santo Uffizio a proibirne il consumo, perché distoglieva il fedele dall’idea della penitenza.
Dopo il Medioevo, ritroviamo i funghi in tutti i grandi pranzi delle corti europee, soprattutto sulla tavola di Re Sole; sempre presente anche nelle grandi cene di rappresentanza di madame Pompadour, come, più tardi, in quelle galanti della spia più famosa al mondo, la danzatrice Mata Hari.
Un prodotto ricercato, dunque, chetroviamo su tavole insospettabili, come quella di un grande della musica italiana, Gioacchino Rossini, il quale definì il tartufo: “Il Mozart dei funghi”; in verità, troviamo perfino nel menu del pranzo servito a Vienna alla fine del Congresso del 1815.
Questi fantastici frutti di bosco, si sa, nascono spontaneamente ovunque. Ciò, però, non significa che siano da tutti apprezzati: in America,ad esempio, i funghi coltivati sono preferiti a quelli freschi, mentre in Russia e in Estremo Oriente, il consumo è davvero assai ridotto; in Inghilterra, infine, i funghi freschi sono quasi ignorati, sostituiti fa quelli coltivati. Da qui, l’abitudine di coltivarli, sia pur con molte difficoltà. Ultimamente, però, è nata l’abitudine di surgelare i funghi spontanei, benché, sapore e gusto finiscano per risentirne.
Tanti i perché senza risposta, riguardo questa meraviglia della natura. Ad esempio, un ottimo e commestibile fungo spontaneo delle Alpi, può essere velenoso se cresce sugli Urali; e ancora: uno stesso fungo può assumere forma e sapore diverso, a seconda del posto, dell’altitudine e dell’humus in cui cresce. E tanti altri interrogativi ancor.
Nello studio di questi strani organismi si è sempre occupati più delle loro proprietà terapeutiche, che della vita e crescita. Bisognerà attendere l’800 e la nascita di una moderna ricerca scientifica per scoprire molti dei misteri che li circondavano e giungere ad una sicura classificazione.
Purtroppo, nonostante tali progressi e l’esistenza di ottimi libri scientifici, molte sono ancora le persone che continuano a dare credito alle antiche dicerie… dicerie risalenti addirittura ad epoca romana, con le conseguenze che possiamo immaginare.